Allestita in piazza della Motta a Pordenone la mostra dei bassorilievi, realizzati da Pietro Scrizzi, raffiguranti alcune delle più importanti attività artigiane. L’esposizione sarà visitabile dal 27 dicembre fino al 14 gennaio 2005.
Da sempre la Confartigianato di Pordenone ha affiancato alla sua attività sindacale anche le testimonianze sull’importanza che il lavoro artigiano ha avuto nel corso dei secoli, attraverso iniziative, pubblicazioni, mostre e raccolte fotografiche. Basta ricordare la collana Figli d’arti, giunta al quarto volume, il ponderoso Libro delle arti e dei mestieri di Maurizio Lucchetta, il fotolibro Un passo indietro.
Recentemente la Confartigianato di Pordenone ha commissionato a Pietro Scrizzi la realizzazione di 24 bassorilievi in legno scolpito che rappresentano le attività artigiane più importanti. Una raccolta suggestiva che viene proposta a quanti amano le tradizioni e il bello. L’esposizione sarà itinerante e inizia nella saletta del Caffè Letterario di Pordenone perché qui è nata l’idea di coniugare il concetto dell’arte dei mestieri con quello dei mestieri dell’arte.
E’ una mostra che, come altre iniziative della Confartigianato della provincia di Pordenone, è dedicata alle migliaia e migliaia di artigiani, uomini e donne, giovani e anziani, che quotidianamente, silenziosamente, con grande sacrificio e grande umiltà e a pegno di duro lavoro «hanno nel tempo contribuito in maniera determinante allo sviluppo e al progresso di questo territorio e della sua gente. A qualcuno di questi uomini – rimarca il segretario generale della Confartigianato, Maurizio Lucchetta, si deve la nascita di industrie che hanno fatto grande Pordenone e la provincia nei momenti della crisi dei cotonifici e dell’industria tessile. Molti altri hanno dovuto emigrare e valorizzare in altri Paesi il loro mestiere e il loro saper fare. Sono ancora vive le tradizioni dei mestieri che fecero grande Venezia e la Repubblica Veneta prima, gli Imperi Centrali e le grandi capitali europee poi, più tardi ancora le Americhe e, in tempi più recenti, l’Australia e la Nuova Zelanda. Dai cavapietra di Sarone e di Aviano all’ospitalità della pedemontana da Polcenigo a Budoia, a Marsure e Montereale, ai legni della Valcellina con le mitiche sedonere, ai fabbri e ai coltellinai di Maniago, ai terrazzai di Sequals, ai mosaicisti di Spilimbergo e così via. Non possiamo tralasciare – ancora Lucchetta – gli artigiani legati alla vita rurale della Bassa e quelli che hanno garantito a qualità della vita nelle città, con i servizi alla persona, al patrimonio edilizio, alla riparazione delle cose o al recupero delle opere d’arte. A queste generazioni di falegnami, meccanici, fabbri, sarti, muratori, barbieri, orologiai, intagliatori, pittori, decoratori, trasportatori, mugnai, arrotini, norcini, magliaie, maniscalchi, terrazzai, mosaicisi, sedonere, ceramisti, cavapietra, bottai, cordai, calderai, fotografi, gelatai, liutai, elettricisti, panettieri, sellai, tipografi, coltellinai, abbiamo voluto rendere omaggio».
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