La Confartigianato di Pordenone, come del resto tutte le associazioni territoriali e le Federazioni regionali d’Italia, hanno accolto con dolore e commozione la morte di Giovanni Paolo Secondo. Un papa amato perché vicino alla gente, vicino ai piccoli imprenditori che, ancora oggi, come Egli disse in occasione del Giubileo degli artigiani, «testimoniano, nella fede cristiana, i valori del lavoro e della solidarietà».
In occasione del Giubileo degli artigiani dell’Anno 2000, Giovanni Paolo II ha valorizzato lo stretto collegamento tra impresa artigiana e famiglia che pone «le condizioni ideali di un processo educativo incentrato sull’affettività, sulla laboriosità e sulla socialità». Egli ha indicato nelle imprese artigiane il luogo in cui «trova sovente felice realizzazione la ricostruzione del sano rapporto tra lavoro e persona, tra impresa e protagonismo del singolo, tra profitto e bene comune».
Giovanni Paolo II è stato un Papa protagonista della storia, che ha voluto essere partecipe delle vicende della società civile, dei problemi del mondo del lavoro. Nei suoi discorsi e, soprattutto, con le encicliche Laborem exercens e Centesimus annus, ha rivendicato sempre la centralità dell'uomo e della sua dignità nella vita economica e sociale. Al centro della Laborem exercens il significato del lavoro umano, mai «riducibile a merce» perché fondato sulla dignità della persona umana, la priorità dei lavoratori sul capitale e il rifiuto sia del capitalismo che del collettivismo.
La Centesimus annus è invece l'enciclica che risponde alla «grande sfida» posta dal cambiamento degli assetti mondiali e per rivalutare il ruolo della solidarietà nella società: una società in cui siano superati i fenomeni di ingiustizia e in cui anche l'attività produttiva sia ricondotta a forme di maggior rispetto della dignità umana. Delle molteplici occasioni di incontro tra il Pontefice e gli artigiani «ci piace ricordare, appunto, il Giubileo, con centinaia di artigiani pordenonesi tra i 100 mila artigiani italiani a San Pietro – dicono il presidente della Confartigianato Pordenone Silvano Pascolo e il segretario generale Maurizio Lucchetta –. La presentazione del Mosaico dell’amicizia, laddove l’Unione Artigiani per prima ha fatto del mosaico un tramite, un simbolo, un sinonimo di solidarietà attraverso le due edizioni del Mosaico dell’Amicizia: la prima per Lubiana il giorno dell’indipendenza dallo Slovenia, e la seconda per Mostar la capitale dell’Erzegovina, ove perirono i tre giornalisti della Rai di Trieste Luchetta, D’Angelo, Ota, che fecero scudo con i propri corpi a un bambino. Una scoperta sensibilità nella consapevolezza che il mosaico è simbolo di unione, di solidarietà pur nella diversità. Infine l’udienza alla quale ha partecipato una delegazione della Confartigianato che ha presentato il plastico della Scuola dei Mestieri in Etiopia che fu donata simbolicamente al Papa in occasione del Giubileo degli Artigiani del 2000. Quella scuola – sottolineano Pascolo e Lucchetta – è realtà da quasi un anno e offre a un centinaio di giovani etiopi l’occasione di formarsi, di valorizzare ed apprendere le abilità del lavoro artigiano, affrancarsi dalla povertà e diventare a loro volta formatori di altri giovani. Una catena senza fine di cristiana solidarietà».
Venerdì 8 aprile, dalle ore 10, gli artigiani aderenti alla Confartigianato interromperanno l’attività lavorativa, a partire dalle ore 10, in concomitanza con lo svolgimento delle esequie del Santo Padre. Anche la sede territoriale e gli uffici mandamentali della Confartigianato Pordenone testimonieranno il cordoglio per la scomparsa di Giovanni Paolo II sospendendo l’attività lavorativa degli uffici.
|