Si è riunito alle 12, presso la sede di Via dell’Artigliere, il consiglio direttivo della Confartigianato Pordenone, convocato d’urgenza, e in via straordinaria, dopo la scomparsa di Maurizio Lucchetta, deceduto ieri a Udine a causa di un infarto. Un consiglio che si è tenuto in un clima di profonda tristezza e grande commozione generate dalla perdita non solo di un grande dirigente dell’associazione, provinciale e regionale, da quasi trent’anni, ma anche «di un amico carissimo, una persona speciale, la cui presenza mi mancherà a livello personale prima ancora che professionale», dice il presidente Silvano Pascolo.
«Quella di Maurizio Lucchetta – prosegue il presidente – è stata una figura importante per l’artigianato di questa provincia e non solo. Per 25 anni ho condiviso con lui non solo un’esperienza all’interno dell’associazione, ma anche un’evoluzione personale e umana. Maurizio è stato, per me come per molti altri dirigenti della Confartigianato, una guida, uno sprone e un esempio per la dedizione totale che ha sempre riversato a favore dell’artigianato e degli artigiani. Personalmente gli devo moltissimo e piango la perdita di un caro amico, prim’ancora che il direttore dell’associazione».
«La sua capacità di guardare lontano, di intravedere prima di altri i mutamenti sociali ed economici e l’impatto che questi avrebbero avuto sulle imprese e sulla società, ci ha dato una marcia in più rispetto ad altri. Non a caso l’artigianato pordenonese era rappresentato nella missione della Camera di commercio in Cina. La sua grande creatività unita a questa capacità di intuire gli scenari del domani è, forse, anche una delle qualità che lo hanno fatto soffrire, perché come sapeva cogliere le opportunità, con grande chiarezza vedeva anche i rischi del “nuovo” e le conseguenze, non sempre piacevoli, che le trasformazioni portano con sé. “Non c’è nulla di indolore”, soleva dire. Ma era anche consapevole che guardare avanti è un imperativo, che attrezzarsi per affrontare le sfide è un obbligo, traendo forza, coraggio ed esempio dal passato. I libri di questi ultimi anni, iniziando da Figli d’arti, Un passo indietro, Il libro delle arti e dei mestieri, sono una delle concrete dimostrazioni delle sue convinzioni: salvaguardare e trasmettere il passato per progettare il futuro. La frenesia con cui ha voluto concludere questi lavori, a cui si aggiunge l’Agenda della Confartigianato – secondo Pascolo – oggi mi pare siano il suo testamento spirituale e ci consegnano una parte significativa e importante della storia dell’artigianato di questa provincia».
Era apprezzato non solo a Pordenone, la città in cui era nato e che non aveva mai voluto abbandonare, ma nel resto della regione e grande stima aveva saputo riscuotere all’interno del sistema Confartigianato. «Gli incarichi che ha ricoperto in questa provincia, oltre a quelli di livello regionale e nazionale – prosegue Pascolo – sottolineano quante e quali capacità possedeva e la professionalità che riversava in ogni impegno che decideva di assumere».
Maurizio Lucchetta è una persona che ha testimoniato nei fatti il grande amore per l’artigianato. «Ed è oggi un nostro preciso impegno – conclude Silvano Pascolo – essere ancora più vicini agli artigiani rispettando così ciò che lui ha saputo costruire in oltre trent’anni di dedizione a questo mondo e ai suoi uomini».
Il consiglio direttivo si è aperto e si è concluso con un silenzioso omaggio al segretario generale.
La Confartigianato della provincia di Pordenone, il presidente Silvano Pascolo, i capicategoria, i delegati, il Gruppo Giovani, il Gruppo donne e l’Anap, si stringono attorno alla famiglia di Maurizio Lucchetta, alla moglie Claudia, ai figli Pierpaolo e Francesco, partecipando al loro profondo dolore.
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