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TRASPORTO, DOMANI L'ASSEMBLEA REGIONALE
Minacciato un nuovo fermo


«La situazione non è solo grave, è drammatica». Liberale Presot, capocategoria dei trasportatori artigiani di Confartigianato Pordenone, non nasconde le serie preoccupazioni per la tenuta delle imprese del settore del trasporto merci conto terzi, minacciata dai tanti, troppi problemi della categoria.

«Basti pensare – sottolinea – che in pochi anni la categoria in questa provincia ha perso il 17% delle imprese. E il dato, quest’anno, potrebbe ulteriormente peggiorare».

Ed è proprio la gravità della situazione ad aver spinto il gruppo degli autotrasportatori artigiani di Confartigianato Pordenone, che rappresentano l’85% delle imprese del settore, a sollecitare il gruppo regionale alla convocazione di un’assemblea in programma domani, sabato 7 giugno, dalle 15, nella sala convegni della Fiera di Udine.

Un’assemblea che si svolgerà alla presenza del presidente nazionale di Confartigianato Trasporti, nonché del Cuna (il Coordinamento unitario che raggruppa le diverse sigle sindacali del settore), Francesco Del Boca.
Ed ecco i temi cruciali che saranno affrontati domani. Gasolio da autotrazione. Da anni la categoria chiede l’istituzione del gasolio professionale.

In passato il Governo si era impegnato a restituire le accise alle imprese di trasporto nel momeno in cui il costo del petrolio avesse superat i 60 dollari al barile. Il petrolio ha sfondato quota 125 dollari, ma dell’intervento sulle accisse non c’è traccia. Costi del trasporto. I clienti spesso rifiutano di riconoscere i maggiori costi sostenuti dagli autotrasportatori. Si rimarca che oggi il gasolio è a 1,5 euro al litro, nel 2004 non raggiungeva gli 80 centesimi, il che significa che in 4 anni il costo di un pieno è quasi raddoppiato, mentre le tariffe sono rimaste le stesse.

I trasportatori chiedono una tabella, riconosciuta per legge, che contenga le voci dei costi di gestione del puro servizio di trasporto per chilometro e tipo di automezzo, e una norma che preveda la nullità del contratto di trasporto qualora la fattura evidenzi un importo insufficiente a coprire i costi di gestione. Accesso al mercato. Occorre aprire il mercato a nuovi imprenditori artigiani, ma allo stesso tempo deve essere cancellato l’obbligo di acquisire una cessata attività per accedere al mercato dell’autotrasporto.
Vanno regolarizzate le posizioni degli autotrasportatori che hanno almeno 5 anni di attività. Si gettino i presupposti per licenze regionali limitate alla distribuzione e ai trasporti in ambito regionale o alla regione confinante.

Da questa base si potrà partire per il rilascio della licenza nazionale o comunitaria. Concorrenza e abusivismo. Si accorpino in una sezione separata dell’Albo trasportatori del conto proprio e si parifichino agli obblighi del conto terzi per quel che riguarda il codice della strada, la fiscalità, la professionalità. Contratti.

Si regoli per legge la stesura dei contratti scritti per uno o più servizi di trasporto fra la committenza e i vettori che salvaguardino non solo gli interessi delle parti contraenti ma anche gli interessi nazionali, tra i quali la sicurezza sulle strade, quella delle merci e dei segreti commerciali (interessi quantomeno bistrattati quando si consegnano, per qualche euro in meno, le merci e la loro documentazione a vettori stranieri provenienti da paesi concorrenti, a danno della creatività italiana. Si preveda inoltre la clausola da inserire in ogni fattura circa la variazione automatica a salvaguardia dell’autotrasportatore, relativa all’aumento o alla diminuzione del prezzo del gasolio.

Patenti professionali. Si rivedano le norme che prevedono corsi onerosi per chi intende iniziare l’attività di autista dipendente; il costo di questi corsi può arrivare infatti anche a 5 mila euro, e questo è in contraddizione con la necessità di assorbire manodopera nazionale per aumentare l’occupazione. I corsi andrebbero gestiti da una struttura, ad esempio il Comitato centrale, e dovrebbero essere gratuiti accedendo a leggi che già ci sono e che operano nella qualificazione o riqualificazione professionale dei lavoratori. «Questi sono i punti centrali della discussione di domani – conclude Presot -. Ma al di là dei contenuti, rimane la realtà delle nostre imprese non più in grado di reggere ad un continuo incremento dei costi. Tanto più che anche il mercato è in forte flessione: l’economia è ferma, e lo si vede. Non vorremmo essere costretti a fermare anche i camion».

Gli autotrasportatori minacciano un nuovo fermo del trasporto dal 30 giugno alla mezzanotte del 4 luglio se non ci saranno interventi immediati da parte del Governo. Un incontro con l’esecutivo è in programma per il 9 giugno.






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