Il Governo incentiva la permanenza in attività dei pensionati: dal 2009 cade il divieto di cumulo lavoro-pensione Dal 1° gennaio 2009 cessa il divieto di cumulo per i pensionati che continuano a lavorare: redditi da lavoro autonomo e dipendente potranno essere sommati interamente a quelli da pensione senza incappare in tagli o decurtazioni.
Beneficeranno delle nuove norme i pensionati di anzianità che ancora sono soggetti a trattenute e i titolari di previdenze liquidate con il sistema contributivo. L’informazione arriva da Confartigianato Imprese Pordenone che ricorda come questa novità sia stata introdotta dall’articolo 19 della manovra d’estate. La misura, introdotta dal Governo per incentivare la permanenza dei pensionati nel mondo del lavoro e per arginare il lavoro nero, riguarda anche i titolari di pensioni di vecchiaia liquidate con metodo contributivo. Ma con una differenziazione.
Nel caso di pensioni di vecchiaia anticipate (cioè erogate a soggetti con età inferiore a 65 anni, se uomini, e 60 anni, se donne), oppure le pensioni liquidate agli iscritti alla Gestione dei lavoratori parasubordinati, per evitare le trattenute è richiesto il rispetto sia dei limiti di età, sia delle “finestre” introdotte dalla legge Maroni.
Interamente cumulabili con i redditi da lavoro autonomo e dipendente, risultano, invece, le pensioni di vecchiaia concesse a soggetti over 65 (uomini, 60 donne) e le pensioni liquidate con anzianità contributiva pari o superiore a 40 anni.
Le nuove norme introdotte dalla manovra d’estate non operano alcuna modifica al regime di cumulo per le pensioni di reversibilità di invalidità, che restano parzialmente cumulabili.
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