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FISCO MOROSO: NON BASTANO 18 ANNI PER OTTENERE UN RIMBORSO

«E’ francamente inaccettabile! Il Fisco chiede, anzi pretende, dai contribuenti, siano essi cittadini oppure imprese, la massima attenzione ad una scandalosa pletora di norme, il massimo rispetto delle scadenze fiscali, contributive, ecc., carica di persanti interessi le somme che non dovessero venire versate nei termini previsti. Addirittura chiede i soldi in anticipo, con la regola dell’acconto sull’anno tributario a venire.
Ma quando si tratta di restituire denaro incassato in eccesso, ecco che quelle stesse regole non hanno alcun valore.

Dopo 18 anni di inutile attesa, ci sono imprese di questa provincia che devono ancora riscuotere il rimborso dell’Ilor relativa agli anni fiscali 1989-90 e versata negli anni ’90 e 91». La denuncia è del presidente di Confartigianato imprese Pordenone, Silvano Pascolo, che ha deciso di rendere pubblico quello che si può definire «un vero e proprio scandalo» e che coinvolge alcuni imprenditori iscritti all’associazione. La vicenda, come accennato, risale agli anni 90, quando Confartigianato, per conto delle società da lei tutelate, ha presentato le istanze di rimborso dell’Ilor versata in acconto o a saldo, sulla base di nuove norme entrate in vigore.

Come previsto, le istanze sono state depositate entro 18 mesi dall’avvenuto pagamento al Centro servizi di Venezia. Decorso il termine di 90 giorni del “silenzio-rifiuto” (in assenza di esplicita risposta l’istanza si riteneva respinta), l’associazione nel ’92 ha presentato i ricorsi alla Commissione tributaria provinciale di Pordenone. Le prime pronunce della commissione favorevoli ai contribuenti sono arrivate alcune nel ’96 e la quasi totalità nel ’99. Nel frattempo le competenze sui rimborsi sono passate dal Centro servizi di Venezia all’Ufficio imposte di Pordenone, poi al Centro servizi di Pescara.

Attualmente, quindi, tutto è concentrato a Pescara. Per evitare che scattasse la prescrizione quinquennale, Confartigianato ha inviato dei solleciti ai vari uffici del Fisco. Due nel solo 2005 con l’elenco dei soggetti in attesa della riscossione del credito e l’indicazione delle sentenze favorevoli.

«Da allora – prosegue Pascolo – solo una minima parte di questi rimborsi è stata evasa, peraltro non si capisce bene nemmeno sulla base di quale criterio (pare che per prime vengano evase le posizioni pendenti delle ditti individuali e solo ultimate queste si passerà alle società), mentre ci sono imprenditori che attendono ancora di riavere indietro il loro denaro versato allo Stato oltre 18 anni fa. Chiediamo con molta fermezza che questa situazione venga affrontata e risolta una volta per tutte! Lo Stato che chiede e pretende correttezza e serietà, deve essere altrettanto corretto e saldare i propri debiti. Le regole per il pagamento delle imposte da parte delle imprese sono chiare, e mai lo Stato concederebbe 18 anni ad un contribuente per versare le imposte, per non parlare degli interessi di mora e delle sanzioni aggiuntive che sommerebbe al proprio credito, e le azioni legali che avvierebbe per recuperare le somme a ruolo. Per cui, ulteriori dilazioni risulterebbero davvero inaccettabili e ci costringerebbero, per vedere riconosciuto il diritto dei nostri associati, ad adire le vie legali per il recupero del credito. Credo – conclude Pascolo – che nessun giudice, davanti a 18 anni di attesa, ci negherebbe l’emanazione di un decreto ingiuntivo per fare in modo che i nostri imprenditori ricevano quanto è loro dovuto».






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