«Il decreto anti crisi va nella direzione giusta. Ma non è sufficiente per consentire alle imprese di affrontare la crisi». Il presidente di Confartigianato Pordenone conferma il giudizio positivo sulle misure approvate dal Parlamento ma sottolinea la necessità di interventi più incisivi per ridurre la pressione fiscale, per diminuire il costo del lavoro e per migliorare le condizioni di accesso al credito.
Sul fronte fiscale, secondo Pascolo «al di là dei meccanismi di accertamento attraverso gli studi di settore, ora bisogna concentrare gli sforzi per diminuire il carico tributario che grava sulle imprese».
Analogo impegno lo si sollecita «al fine di abbattere le aliquote contributive e fiscali che pesano sul costo del lavoro. Un obiettivo che si potrà raggiungere con interventi di detassazione al secondo livello di contrattazione».
Sul versante dell’accesso al credito, Pascolo ritiene «indispensabile rendere rapidamente utilizzabili dagli imprenditori le norme che potenziano le garanzie erogate dai Consorzi fidi». Tra le misure del decreto, Confartigianato Pordenone apprezza in particolare la norma che ripristina le agevolazioni del 55% per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, il provvedimento che consente di pagare l’Iva al momento dell’incasso della fattura, la rivalutazione dei beni immobili d’impresa.
Positivo poi il giudizio di Pascolo sui provvedimenti che rilanciano gli ammortizzatori sociali e che recepiscono il modello artigiano di sostegno al reddito. «Per l’artigianato e la piccola impresa, grazie agli interventi sugli ammortizzatori sociali che valorizzano la bilateralità, di fatto nasce un sistema alternativo alla cassa integrazione. E si completa la riforma del modello contrattuale dell’artigianato siglata lo scorso novembre da Confartigianato, dalle altre Confederazioni artigiane e da Cisl e Uil».
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