Non era specificatamente l’argomento della serata, ma è stata l’occasione per annunciare la nascita della Scuola per genitori, esperienza già avviata in altre province d’Italia dove ha ottenuto un grande successo, a Pordenone grazie alla collaborazione tra Confartigianato Pordenone, l’associazione Free Time e ovviamente lo psichiatra Paolo Crepet. Giovedì sera a Palazzo Mantica Crepet è stato l’ospite della serata dedicata al tema “Disagio familiare e lavorativo” organizzata dall’associazione di categoria e alla quale hanno partecipato il consiglio direttivo di Confartigianato, i responsabili di categoria e mandamentali.  «Una serata importante – l’ha definita Silvano Pascolo – soprattutto in questo momento che ci vede ancora coinvolti in una crisi economica molto grave che, per gli artigiani, dove famiglia e impresa sono strettamente connesse, non è infrequente che riverberi effetti anche nelle relazioni tra genitori e figli. E’ quindi intervenuto Stefano Boscariol, moderatore della serata e presidente di Free Time, che ha anticipato, per l’appunto, l’avvio anche a Pordenone della Scuola per genitori. E quindi è stata la volta di Crepet che è entrato nel tema dell’incontro sviscerando le dinamiche che oggi, proprio in questo momento di crisi, si generano all’interno delle famiglie. Famiglie troppo protettive nei confronti dei figli «tanto che pensano di evitare che le mutate condizioni economiche determinino un cambiamento nello stile di vita dei propri figli». Un eccesso di protezione non aiuta a crescere, «meglio un telegiornale che X factor – ha spiegato – perché dai Tg possiamo renderci conto di quel che accade veramente attorno a noi, mentre il reality ci propone un mondo che non esiste». La crisi può e deve essere invece un’opportunità «dobbiamo spiegare ai nostri figli che cosa sia, e far capire loro che la vita non è come un’autostrada, che quando ti stanchi di guidare ti fermi all’autogrill per rifocillarti. La vita è anche dolore, sofferenza, frustrazione. Invece mi accordo che, nonostante la crisi, non si tocca la paghetta, non si rinuncia alla settimana bianca, non si rinuncia alla discoteca. Io credo – ha sottolineato Crepet – che invece prima o poi bisognerà dirlo ai ragazzi che le cose sono cambiate, che la festa è finita ed è ora di guardare la realtà». Ha parlato anche dei tanti, troppi suicidi di imprenditori che, di fronte alla crisi, hanno deciso di rinunciare alla vita, perché temevano di non riuscire a mantenere gli impegni, la parola data. La crisi è negativa, ma non solo, «perché ci propone un’idea sana di ridimensionamento. Ha senso voler mangiare ciliegie a dicembre o prodotti che arrivano da decine di migliaia di chilometri di distanza? Forse no – ha convenuto Crepet - . La crisi porta anche creatività, cambiamento, razionalizzazione del mercato. La crisi ci porta a considerare diversamente anche i rapporti umani, e anche questo non è negativo, e a valutare l’essenziale e il superfluo» La serata si è quindi conclusa con le risposte dello psichiatra alle domande del pubblico.
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