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ITALIA E SLOVENIA PIÙ VICINE SUL TEMA CALDO DELL’AUTOTRASPORTO

Più controlli sui traffici transfrontalieri e maggiore condivisione di informazioni sono tra gli impegni assunti nel vertice di Nova Gorica tra associazioni di categoria dell’autotrasporto e funzionari governativi di Italia e Slovenia. La Slovenia si impegnerà in modo più incisivo a controllare i tir e i camionisti che transitano sul suo territorio verso l’Italia.

A breve, gli automezzi pesanti provenienti dall’Est Europa che non rispettano le caratteristiche richieste dalle norme UE in tema di sicurezza e antinquinamento, potrebbero dover cambiare strada per entrare in Italia, evitando accuratamente la Slovenia.

Il Paese dell’ex Yugoslavia, si è impegnato, infatti, ad aumentare i controlli sui Tir che viaggiano in direzione dell’Italia, bloccando quei vettori non in regola con le normative dettate da Bruxelles. L’impegno di intensificare i controlli lungo il confine italo-sloveno è stato assunto in via interlocutoria il 17 settembre a Nova Gorica nel corso del primo vertice tra associazioni di categoria dell’autotrasporto e funzionari governativi di Italia e Slovenia.
 
«La Slovenia si impegnerà in modo più incisivo a controllare i tir e i camionisti che transitano sul suo territorio verso l’Italia – spiega Liberale Presot, capocategoria provinciale dei trasportatori artigiani pordenonesi, al quale ha relazionato sull’esito dell’incontro Francesco del Boca, Presidente di Confartigianato Trasporti ed anche dell’Uetr, l'Unione europea degli autotrasportatori di merci che riunisce otto federazioni nazionali delle imprese di autotrasporto, compresa la Slovenia – e in questo modo auspichiamo che una buona parte di quella concorrenza sleale che da troppo tempo siamo costretti a subire passivamente possa essere rispedita indietro prima che valichi i confini nazionali andando a falsare i valori di mercato».

Un concorrenza che penalizza l’intero sistema del trasporto su gomma italiano, ma soprattutto – e per primo – quello del Friuli Venezia Giulia e della provincia di Pordenone, area notoriamente ad alta intensità di imprese e quindi di elevati volumi di traffico di merci destinate all’export. Da una parte e dall’altra, funzionari italiani e sloveni hanno concordato che quello dei controlli per garantire la sicurezza di strade e autostrade rimane un nodo essenziale, ma difficile da sciogliere.

Pesano, in particolare, la difficoltà di applicazione trasfrontaliera della normativa nel caso delle violazioni del Codice della strada considerate più pericolose e l’aumento del traffico pesante che in questi ultimi anni è cresciuto in modo esponenziale in entrambi i Paesi. Su quest’ultimo punto le previsioni nel breve periodo non sono rassicuranti.

La situazione nel Nord-Est è destinata, infatti, a peggiorare con il completamento dell’autostrada Trieste-Budapest, l’apertura del passante di Mestre e l’ingresso della Slovenia nell’area Schenghen. Da qui la necessità di trovare un passo comune tra i due Paesi.

«In pochi anni il traffico sloveno in Italia è cresciuto del 250% - conferma Paolo Sangiorgio, Dirigente Dipartimento Trasporti Terrestri del Ministero dei Trasporti-. L’Italia, da Paese di destinazione delle merci, è diventato un Paese prevalentemente di transito: ogni giorno approdano al porto di Trieste tre navi porta container provenienti dalla Turchia, qualche anno fa erano tre alla settimana.

Questo rende particolarmente difficili i controlli. In Italia stiamo puntando sull’alta specializzazione delle forze di polizia sul territorio, e i dati ci confermano che le imprese slovene di recente si sono dotate di mezzi nuovi e in buone condizioni». Il dialogo tra Italia e Slovenia non si fermerà al vertice di Nova Gorica. Al temine dell’incontro, infatti, le parti hanno assunto l’impegno di costituire un tavolo tecnico attorno al quale discutere le principali questioni sul trasporto merci fra i due Paesi, con Confartigianato Trasporti nel ruolo di agevolatore.






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