«Il 2011 è già, in molti Paesi, l’anno della ripresa. L’Italia in qualche modo beneficia del fatto che altri hanno iniziato a correre, e a dimostrarlo ci sono gli indicatori relativi all’export. Ma è intuibile che non si vive di sole esportazioni e che agganciare il trend positivo di Germania e Francia, tanto per guardare vicino a noi, o Cina e India, non è e non può essere sufficiente. Siamo realisti e comprendiamo che il nostro Paese non può scrollarsi di dosso in un attimo il peso del debito pubblico, e quindi liberare risorse per un robusto sostegno all’economia. Ma riteniamo anche ineludibile compiere ogni possibile sforzo per far sì che anche le nostre imprese possano recuperare competitività e, attraverso l’incremento di ordini e commesse, ritornare ai livello occupazionali di due anni fa. Perché è palese che solo una ripresa dell’occupazione può incrementare i consumi, e solo la ripresa dell’occupazione può rappresentare il traguardo finale degli ammortizzatori sociali che sono stati utilizzati in questi anni. Le leggi finanziarie, nazionale e regionale, dovrebbero essere lo strumento attraverso cui i due livelli di governo agiscono anche nelle politiche economiche e nel sostegno alle imprese. Paradossalmente il 2011, che è l’anno in cui con maggior vigore sarebbe necessario spingere il sistema economico, è quello in cui si evidenzia appieno il lungo periodo di forte difficoltà determinato dalla crisi: minori entrate e, quindi, minori disponibilità. Ma guai se questo si traducesse in un aggravio del prelievo fiscale, già giunto a livelli irragionevoli! Il 2011 dev’essere l’anno delle scelte, degli obiettivi su cui il Paese e la Regione decidono di investire, e dei tagli dei rami improduttivi che costituiscono un peso inaccettabile sui bilanci pubblici. Le leggi finanziarie appena varate rispondono a queste logiche? Compiono scelte oculate e investono sul futuro? Quali strumenti mettono a disposizione delle imprese, soprattutto piccole e medie e artigiane? Sono le domande a cui questo convegno, che è ormai un appuntamento tradizionale tra l’imprenditoria artigiana pordenonese e la classe politica nazionale e regionale, cercheranno di dare risposte. Con l’auspicio che queste vadano nella giusta direzione».
|