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"DOBBIAMO TRASFORMARE LA CRIDI SIA UN'OCCASIONE"
E’ la direttrice indicata dal presidente della Regione, Renzo Tondo, alla Giornata dell’artigianato


"DOBBIAMO TRASFORMARE LA CRIDI SIA UN'OCCASIONE"<B

Uscire dal particolarismo e dalla difesa di una territorialità fine a stessa. Lo ha chiesto il presidente della Regione Renzo Tondo di fronte alla platea di piccoli imprenditori, artigiani e rappresentanti delle istituzioni, riuniti alla Fiera di Pordenone per celebrare la sessantacinquesima ''Giornata dell'Artigiano'', il tradizionale convegno organizzato da Confartigianato Pordenone grazie al sostegno della Camera di commercio di Pordenone e della stessa Regione Friuli Venezia Giulia. «Abbiamo tutti il dovere - sono state le parole di Tondo - di trasformare questa crisi economica in un'occasione. Io ho in mente un percorso chiaro e semplice, che prevede provvedimenti anche 'fastidiosi' ma efficaci: del resto, se questa regione è ancora considerata virtuosa, con un PIL superiore alla media nazionale, un aumento di consumi in controtendenza con il resto del Paese e con un programma di contenimento del debito iniziato in tempi in cui la questione non era giudicata un tema di scottante attualità, questo vuol dire che le politiche di questa legislatura hanno visto giusto».

Il presidente non ha voluto anticipare il programma di tagli per la riduzione dei costi della cosiddetta casta che, ha assicurato, verrà presentata entro la fine del mese, ma ha lasciato ''appunti di lavoro'' su cui molti dovranno confrontarsi. «Siamo una regione piccola, ma, per esempio, continuiamo ad avere sei Confidi e quattro FRIE. Senza entrare in polemiche in casa dell'ospite - ha aggiunto il presidente - ogni volta che si tocca il tasto della fiera unica pare che Pordenone non possa vivere senza il suo ente fieristico. E lo stesso discorso vale per le Camere di Commercio: ne basterebbe una in una regione di 1 milione e 200 mila abitanti'».

Da parte sua, Tondo garantisce, anche agli artigiani che chiedono una «radicale riforma della semplificazione di tutte le norme di sua competenza e la riduzione di un apparato amministrativo pesante e tra i più costosi d'Italia, reinvestendo le risorse a sostegno dello sviluppo» di proseguire nel programma di contenimento dei costi. «Ma siamo certi che sia solo questo il problema? Ridurremo casta e costi ma le leve su cui dobbiamo agire contemporaneamente sono anche altre», ha rilanciato Tondo. Il presidente ha indicato ricette ''semplici ed efficaci'': lavorare di più - «altrochè le 36 ore» -; e produrre «meglio degli altri. La nostra salvezza è l'export e il potenziale mercato dei paesi emergenti'»; accontentarsi di livelli di consumo più modesti e abituare i giovani a stili di vita radicalmente opposti a quelli ai quali si sono abituati guardando la televisione in questi anni. E, parlando proprio alla platea degli artigiani, depositari da sempre di una ''cultura del fare'', Tondo suggerisce di recuperare il valore dei mestieri. Tondo ha risposto anche alle sollecitazioni lanciate dal presidente di Confartigianato Imprese Pordenone Silvano Pascolo in merito allo stato di fatto nella trattativa tra lo Stato e la Regione Friuli Venezia Giulia sulla specialità.

"DOBBIAMO TRASFORMARE LA CRIDI SIA UN'OCCASIONE"<B (Art. corrente, Pag. 1, Foto normale)«Siamo a fianco della Regione nel rivendicare la specialità della Regione ma anche i decenni di correttezza, di buona politica e amministrazione che fanno sì che il Friuli Venezia Giulia sia una delle poche regioni ad avere i conti in regola», ha ricordato Pascolo in apertura del convegno. Pascolo ha affermato di condividere la posizione del presidente Tondo «nel chiedere al Governo nuovi e diversi conteggi per il contributo di solidarietà e per eventuali maggiori oneri che vengano chiesti nel nome del riequilibrio». «Per la nostra specialità siamo a posto», ha assicurato Tondo, rivendicando la bontà dell'accordo con Tremonti. «Sulla partita delle compartecipazioni abbiamo firmato, in conseguenza di un procedimento virtuoso aperto dalla giunta Illy ma chiuso dalla nostra amministrazione, un accordo estremamente vantaggioso. E oggi sono più che mai orgoglioso dell'operazione di contenimento del debito iniziata tre anni fa e che ha portato ad un rientro di 500 milioni di euro nel triennio».

Nel corso della Giornata dell’artigianato, Pascolo ha posto l’accento sulle difficoltà che il comparto attraversa a causa della crisi, ha ricordato i gap competitivi, come il costo dell’energia e la pressione fiscale, ma – ha aggiutno – nonostante tutto ciò «gli artigiani sono pronti a fare la propria parte per il risanamento del Paese. Purchè di questo si tratti, di risanamento». Il sacrificio imposto dalla finanziaria è forte, e proprio per questo ha chiesto al governo di mettere mano a quelli che ha definito «insopportabili privilegi». Ma ha anche puntualizzato che «la protesta fine a se stessa non ci appartiene», e per questo l’associazione non ha aderito alla manifestazione promossa dall’Ascom.

Al convegno, moderato da Gianfranco Trebbi, segretario provinciale dell’associazione, è intervenuto Gianluca Toschi, responsabile area economica della Fondazione NordEst, che ha presentato un’analisi sullo stato dell’arte della crisi e sulle direttrici per le imprese, che continuano ad essere troppo piccole per affrontare i mercati internazionali, troppo poco capitalizzate e ancora poco innovative. Delle strategie e delle richieste di Confartigianato nazionale si è occupato il vicepresidente Claudio Miotto, mentre l’on Isidoro Gottardo ha spiegato l’agenda del Governo e il presidente della Provincia Alessandro Ciriani, nel valorizzare il mondo artigiano, ha parlato del ruolo dell’ente «ancora poco conosciuto» di cui di ventila la chiusura. Il sindaco di Pordenone, Claudio Pedrotti ha invece assicurato l’apertura di un tavolo di confronto con la categoria per attivare strumenti idonei a tagliare la burocrazia inutile.

La Giornata si è conclusa con la consegna del Premio Lucchetta e dei riconoscimenti ai 40enni dell’artigianato.






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