Un incremento di oltre il 41% tra gennaio 2009 e ottobre 2011. Questo è l’impatto del prezzo del gasolio sulle imprese di autotrasporto merci, assorbito dai bilanci delle società di servizi e non “scaricato” sul committente.
«Una situazione ormai insostenibile – dichiara Mauro Beccato, capo categoria degli autotrasportatori di Confartigianato Pordenone – che sta annientando le nostre aziende. E’ necessario, pena la chiusura, rivedere i costi minimi del trasporto merci».
Il prezzo al consumo per mille litri a gennaio 2009 era infatti di mille e 51 euro e 40 centesimi. La media a ottobre 2011 era di mille 483,92 euro, con un incremento del 41,13%. Ma anche considerando solo l’andamento del prezzo del gasolio nel 2011, a ottobre la variazione su gennaio di quest’anno è stata del +11,73%, da 1.328,14 euro di gennaio, ai 1.483,92 di ottobre, sempre prendendo a riferimento un rifornimento da mille litri.
«Un trend pesantissimo – sottolinea Beccaro – che temiamo peggiorerà nei prossimi mesi. Ovviamente – ancora il capo categoria degli autotrasportatori artigiani – la voce gasolio non è l’unica in incremento tra le voci di costo per le nostre imprese. Seguono le tariffe autostradali, le manutenzioni, i pezzi di ricambio, i pneumatici, il costo del lavoro».
Molte imprese del settore «piuttosto che evitare di lasciare fermi i camion, hanno continuato a lavorare erodendo i margini, e questo non può durare a lungo, pena il rischio chiusura – rimarca Bruna Grizzo, funzionaria di Confartigianato per il settore trasporto -. Quindi o si apre un serio confronto sulle tariffe, oppure le imprese non saranno più in grado di garantire i servizi richiesti».
Grizzo richiama anche l’altro grave problema che attanaglia le imprese artigiane del trasporto: «la concorrenza, anche sleale, dei vettori stranieri, che utilizzano il costo del lavoro come leva competitiva, e quella di chi accetta di lavorare in perdita praticando costi per il servizio assolutamente insostenibili, danneggiando se stesso e l’intera categoria».
Per Beccaro «è paradossale che, a fronte dell’aumento dei costi delle materie prime, l’industria manifatturiera adegui al rialzo i prezzi dei propri prodotti ma non sia disponibile a riconoscere l’adeguamento dei costi del trasporto, quasi che questo servizio fosse impermeabile ai rincari. E’ ineludibile l’aggiornamento delle tariffe – conclude Mauro Beccaro -, e dev’essere fatto in tempi brevi».
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