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"USCIRE DALLA CRISI SI PUO'. NOI ABBIAMO LE "RICETTE" MA NON POSSIAMO ESSERE LASCIATI SOLI"
L’artigianato è un modello vincente per superare la crisi. A ribadirlo alla 66^ Giornata, il presidente di Confartigianato Pordenone Silvano Pascolo


USCIRE DALLA CRISI

Non solo la lista delle cose da fare, alla Giornata dell’artigianato. Anche una piccola iniezione di fiducia sulla possibilità che, da questa devastante crisi, si possa uscire. Ovviamente a determinate condizioni.

A dirlo il presidente di Confartigianato Pordenone, Silvano Pascolo, alla 66^ Giornata dell’artigianato svoltasi in Fiera nell’ambito della Campionaria, tradizionale convegno per fare il punto sulla situazione del comparto. L’evento, promosso dall’associazione di categoria con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e della Camera di commercio, ha focalizzato la situazione del comparto nel Friuli occidentale: quasi un centinaio di imprese in meno nei primi sei mesi del 2012, contro le 39 dello stesso periodo dello scorso anno, «A cedere di più è stato il comparto dell’edilizia – ha elencato Pascolo – il settore che per primo ha iniziato a evidenziare le maggiori difficoltà e che ancora oggi è al palo. A seguire il trasporto, che patisce per la concorrenza sleale dei vettori stranieri, del continuo rialzo dei costi e dell’indisponibilità dei committenti di remunerare meglio il servizio.

Quindi il legno-mobile-arredamento, dove la crisi ha costretto alla chiusura alcuni grandi gruppi riverberando le difficoltà sull’intera filiera, e quindi anche sugli artigiani. Le coltellerie anch’esse hanno risentito della congiuntura negativa, ma come accaduto in altri comparti, chi ha approcciato nuovi mercati sta andando meglio di altri».

Citando il docente universitario Stefano Micelli, Pascolo ha sostenuto che «se si tornasse a scommettere sull’artigianato l’Italia si troverebbe tra le mani un formidabile strumento di crescita e di innovazione, perché il “saper fare” rimane un ingrediente fondamentale per l’intero settore manifatturiero italiano».

E ancora oggi, in provincia come in Italia, l’artigianato è una forza. Nel Friuli occidentale rappresenta un terzo delle imprese attive, in Italia «è una anomalia virtuosa – ancora Pascolo – che rappresenta un quarto delle imprese italiane, garantisce un ottavo dell’occupazione, un decimo delle esportazioni nazionali, un ottavo del valore aggiunto» «Siamo tutto questo – ha proseguito il presidente di Confartigianato Pordenone – e possiamo continuare ad esserlo purchè non restiamo soli.

Abbiamo bisogno che il Paese scommetta su di noi, che decida di investire sull’artigianato e sull’impresa, che progetti e vari riforme utili all’artigianato e all’impresa e perché questo “modello” sia ancora vincente». E le ha elencate Pascolo le “cose da fare” quando ha ricordato che «1.300 giorni per definire una causa civile sono troppi, quasi sette mesi di guadagno da girare al fisco sono troppi, decine di adempimenti per una dichiarazione dei redditi sono troppi, centinaia di giornate l’anno buttate in burocrazia sono troppe, il 30% di maggiori costi sull’energia sono troppi, la ventina di enti con competenze ispettive sono troppi. Vogliamo un Paese moderno ed efficiente e dei costi sostenibili per il suo sostentamento», ha chiarito Pascolo, sollecitando dal Governo riforme vere e reali su questi fronti e una riduzione del carico fiscale giunto a livelli insostenibili.

Ha poi scelto il palco della Giornata il sindaco di Pordenone, Claudio Pedrotti, per annunciare che, nel 2014, l’adunata nazionale degli alpini di svolgerà a Pordenone. Ha poi proseguito illustrando il progetto “Pordenone facile”, che punta allo snellimento della burocrazia, e all’iter per la costruzione del nuovo ospedale.

«Pordenone diversi anni fa fu protagonista di un progetto di semplificazione che avrebbe dovuto venire esteso all’intera regione e poi al Paese, lo sportello unico per le imprese – ha ricordato il presidente della Camera di commercio, Giovanni Pavan, che presentammo all’allora ministro Stanca. Non ne abbiamo più saputo nulla». Ha quindi proseguito ricordando gli impegni di Cciaa sul fronte dell’internazionalizzazione e a sostegno delle imprese. Una svolta dal governo è stata sollecitata anche dall’assessore provinciale Giuseppe Verdichizzi, che ha segnalato come, questo Paese, sia l’unico ad aver imposto una tassazione sugli immobili, l’Imu, che non colpisce il reddito prodotto dal bene ma il suo valore.

Quindi il giornalista Luigi Bacialli ha portato la propria testimonianza sullo stato di difficoltà che vivono le imprese. «Sono un ottimista – ha chiarito – ma la situazione è veramente molto molto drammatica».

Della necessità di una forte azione culturale che recuperi i “modelli” di un tempo, ha parlato Claudio Miotto, vicepresidente della Confartigianato nazionale, ricordando come l’artigianato sia un esempio vincente, un modello da esportare nelle modalità con cui offre lavoro e ha contribuito ad affermare la democrazia economica.

«La Fiera di Pordenone è la migliore di questa regione – ha esordito il vicepresidente della giunta del Friuli Venezia Giulia, Luca Ciriani -. Ho contribuito a redigere la legge che ha sospeso i contributi agli enti che non avviavano collaborazioni o non dimostravano di essere in grado di stare sul mercato. Pordenone – ha riconosciuto – ha fatto scelte coraggiose e ha vinto la sfida. Le Fiere devono stare sul mercato e non contare sull’intervento della Regione per il pareggio del bilancio. Lo dico a Pordenone e anche a Udine, che oggi arranca». Sul tema delle Province, a cui Pascolo aveva accennato nella sua relazione ricordando i tagli lineari (e non di merito) voluti dal Governo, Ciriani ha chiarito: «In questo momento non si possono cancellare perché sono previste dalla Costituzione. Se qualcuno abrogherà questa disposizione, vedremo.Per il momento è inutile ragionare su ipotesi impercorribili».

Secondo Ciriani uscire dalla crisi è possibile «se si riparte dai fondamentali. L’economia reale è quella che ha fatto grandi, e non si crea ricchezza basandosi sui debiti». La Regione «ha ridotto del 50% il proprio debito e sta lavorando per ridurre le spese inutili. Il punto è che il Governo non premia i virtuosi», ha aggiunto ricordando come i 100 milioni che la giunta voleva redistribuire alle imprese attraverso la riduzione dell’Irap, sono stati intercettati dallo Stato che ha chiesto un innalzamento della compartecipazione. «Non vogliamo sottrarci alle azioni finalizzate al risanamento – ancora Ciriani – ma tutti devono fare sacrifici». Il vicepresidente della Regione ha quindi annunciato il via libera all’elettrodotto di Redipuglia, un’opera strategica per garantire la permanenza sul territorio di grandi gruppi industriali e per ridurre i costi dell’energia. Infine, parlando di spread, di speculazione e di Europa, Ciriani ha ribadito «l’Europa che vogliamo non può essere quella dei furbi».

La Giornata si è quindi conclusa con la consegna di riconoscimenti alle imprese e del Premio Lucchetta 2012.






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