Confartigianato Pordenone ha concluso, con la riunione del direttivo, il percorso di rinnovo dei vertici iniziato alcune settimane fa con le assemblee mandamentali per l’elezione dei rispettivi presidenti, quindi della giunta e, infine, l’assegnazione delle cariche. Silvano Pascolo è stato confermato alla guida della maggiore organizzazione di categoria del comparto artigiano del Friuli occidentale. Lo affiancheranno in questo mandato Maurizio Prosdocimo (titolare di un’impresa specializzata nella carpenteria metallica) e Michele Avoledo (titolare di un’impresa del settore del legno specializzata nella produzione di mobili su misura), eletti vicepresidenti.
Per quel che riguarda i mandamenti, gli imprenditori hanno eletto:
- Claudio Dorigo presidente mandamentale di Pordenone, titolare di impresa edile specializzata nelle costruzioni
- Attilio Salatin, presidente mandamentale di Sacile, cofondatore della Sesap di Sacile, impresa operante nel settore dei serramenti e infissi in legno
- Renato Rossi, presidente mandamentale di Spilimbergo, titolare dell’impresa edile Rossi snc,
- Gino Martinuzzi, presidente mandamentale di Maniago, titolare di un’azienda meccanica specializzata nella produzione di stampi e componenti
- Roberto Zuccato, presidente mandamentale di San Vito al Tagliamento, titolare di una falegnameria artigiana specializzata nella produzione di serramenti su misura
La giunta di Confartigianato è poi composta, oltre che da presidente e vicepresidenti di diritto, da altri 4 componenti del consiglio.
Si tratta di Alberto Boglione di Pordenone, Giuseppe Citron di Brugnera, Alessandro Trivelli di Pordenone, Fanni Vaccher di San Vito.
«Una giunta fortemente rinnovata, con una forte presenza di giovani e molto motivata». «Siamo un’ottima squadra» è il commento a caldo di Silvano Pascolo. «Al di là delle facili battute, di una cosa sono certo: ci attende un compito difficile in un momento economico tra i più severi della storia del nostro territorio, paragonabile per gravità agli anni della ricostruzione post bellica o ai momenti immediatamente successivi al terremoto.
Credo che il nostro compito, come associazione di categoria, debba quindi essere quello di tenere coesi gli imprenditori artigiani e di cercare di non far morire la speranza e la fiducia nel futuro. Come imprenditori, quando abbiamo iniziato il nostro cammino, avevamo un sogno. Lo abbiamo accarezzato a lungo e abbiamo lavorato tenacemente per realizzarlo, affrontando ostacoli di diversa natura e grado di difficoltà, contando soprattutto sul nostro sapere, le nostre abilità, la nostra bravura, la capacità di affrontare le sfide. Credo che dobbiamo recuperare queste forze ed energie per dispiegarle ora, in un contesto ostile, certi che i valori di ieri sapranno farci essere vincenti».
Coesione, speranza, squadra e anche «lotta. Lotta alla burocrazia astrusa, ad una pressione fiscale insostenibile, a normative assurde. La nostra azione sindacale è più che mai importante per far comprendere come, in questo Paese, sono le piccole e medie imprese a rappresentare ancora la via d’uscita dalla crisi. Senza le imprese non c’è ricchezza, né lavoro, né crescita. Mi auguro – conclude Pascolo – che il nuovo governo lo abbia capito e agisca di conseguenza».
|