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RIFORME IMPOPOLARI PER USCIRE DALLA CRISI
La “lezione” di Paolo Feltrin alla Giornata dell’artigianato
Pascolo: «Politica e istituzioni applichino il rigore del buon padre di famiglia tagliando i costi»
Bolzonello: «La Regione pronta a fare la propria parte a sostegno delle imprese»


RIFORME IMPOPOLARI PER USCIRE DALLA CRISI<BR>
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«La priorità? Tagliare, tagliare, tagliare. Politica e istituzioni devono fare ciò che le imprese hanno già fatto». Così Paolo Feltrin, Politologo, docente all’università di Trieste, alla Giornata dell’artigianato, tradizionale evento inserito all’interno della Campionaria, organizzato da Confartigianato Pordenone con il sostegno di Regione Fvg e Camera di commercio. dedicata quest’anno al cambiamento, imposto dalla crisi e avvertito come necessario dall’associazione di categoria.

Al convegno, oltre a Feltrin, hanno partecipato il presidente di Confartigianato Pordenone, Silvano Pascolo, e il direttore, Alessio Belgrado, il vicepresidente della Regione Fvg, Sergio Bolzonello, e il presidente nazionale di Confartigianato Giorgio Merletti. Tra gli ospiti, il leader degli artigiani del Fvg Graziano Tilatti, il presidente della Fiera Alvaro Cardin e della Cciaa Giovanni Pavan, il sindaco di Pordenone Claudio Pedrotti e il vicepresidente della Provincia Eligio Grizzo.

In apertura della 67^ Giornata, la presentazione del libro dedicato alla presenza degli artigiani in Fiera, iniziata nel ’47, e mantenuta
costante nel tempo. In questo libro, la storia di questa presenta, che documenta anche l’evoluzione dell’artigianato Pordenonese negli anni.
Quindi è stato il presidente Pascolo ad avviare i lavori della Giornata e ad indicare le priorità che politica e istituzioni sono chiamati ad affrontare in questo momento di grande difficoltà economica e sociale. «Invece – ha rilevato – la politica è ancora alle prese con i personalismi e indifferente allo stato di profonda sofferenza del Paese». Richiamata la «strage silenziosa» delle tante piccole imprese che chiudono e delle «migliaia di posti di lavoro persi». Evidentemente, ha proseguito il presidente, non c’è consapevolezza di tutto ciò, altrimenti «il consiglio dei ministri non avrebbe riapprovato il Sistri. Nonostante in questa vicenda ci siano indagati e indagini ancora in corso, con capi di imputazione molto gravi, il governo continua a ignorare le ragioni delle imprese e a ritenere valide le sole ragioni dell’incarico alla Selex. Ci opporremo – promette Pascolo – con ogni mezzo al sistema Sistri». RIFORME IMPOPOLARI PER USCIRE DALLA CRISI<BR>La  (Art. corrente, Pag. 1, Foto normale)
Nonostante la crisi dal 2000 ben 27 mila imprese italiane hanno creato 1,5 milioni di posti di lavoro «ma all’estero – ha proseguito Pascolo -. Sono le imprese che hanno de localizzato per andare in Paesi dove il fisco è efficace ma non persecutorio, lo stato paga puntuale e rapido, dove i poteri pubblici non considerano gli imprenditori addirittura degli evasori da chiamare in giudizio». Scelte che, evidentemente, penalizzano l’Italia per il mancato gettito fiscale, per i mancati posti di lavoro, per i mancati consumi. Tassazione insostenibile e burocrazia asfissiante, sono i mali iutalici denunciati da Pascolo che chiede alla politica una radicale inversione di tendenza che non può che passare «attraverso una riforma radicale del sistema pubblico che riduca significativamente i costi»

«La crisi ha un merito: ci fa guardare al passato per vedere cosa abbiamo sbagliato. L’idea degli anni 90 che questa sarebbe stata l’Europa delle Regioni, è sbagliata. Ciò che affrontiamo oggi è una dura competizione tra stati nazionali». Così Paolo Feltrin nella sua analisi puntuale sullo stato dell’arte della crisi, su dove si colloca l’Italia nello scenario globale, e dove il Friuli Venezia Giulia (un po’ peggio delle altre Regioni del nord), e fornito indicazioni sul “cosa fare”, non tanto per uscirne, quanto per iniziare a contrastarne gli effetti. «Questa è la più grave crisi dell’ultimo secolo - ha confermato - e diversamente dal passato, patiamo le conseguenze di sei anni consecutivi di recessione con la previsione di un modesto +0,5% del Pil nel 2014. Trend diverso per Usa, Germania, Gran Bretagna». La Germania, ha ricordato Feltrin, è passata da un’export del 25% del Pil della metà degli anni 90, al 46% di oggi; il Fvg era al 30% negli anni 90, al 33% oggi. Ma «la Germania - ha proseguito - ha avviato riforme importanti e impopolari: ha dimezzato i Comuni, riformato le Regioni, riformato il mercato del lavoro abbassandone i costi. Riforme - ancora Feltrin - che sono state penalizzanti per Schröder sotto l’aspetto del consenso, e che la Merkel ha mantenuto. Contestualmente ha varato un piano nazionale per l’export tedesco nel mondo, riducendo i finanziamenti locali». L’Italia non ha fatto nulla di ciò, ma ora deve «tagliare i costi: fare più cose con meno risorse. Tagliare, tagliare, tagliare». Sul dove, Feltrin fornisce alcune indicazioni quando ricorda che «il Friuli, 1,2 milioni di abitanti, ha 218 Comuni. Ha senso?» è stata la domanda. Poi il suggerimento; ridisegnare i confini amministrativi sovrapponendoli a quelli dei distretti sanitari. Provocatoriamente, rivolgendosi al pubblico, ha ricordato: «sono stati tagliati i tribunali, siete d’accordo?». «No» è stata la risposta dalla platea. «Quando si entra nel merito delle questioni, emerge il problema del consenso. Ma ci sono riforme che vanno fatte a prescindere dal consenso», partendo dai Comuni, immaginando «architravi almeno regionali, utilizzando la tecnologia che già oggi riduce la distanza». Camere di commercio, Fiere e Università entrano nel ragionamento del politologo che, però, invita a riflettere sull’opportunità di investire sulla Cimpello-Sequals-Gemona, logica continuazione della Pedemontana veneta, asse importante per i trasporti ma anche per lo sviluppo. La semplificazione imposta alle istituzioni, vale anche per le associazioni di categoria, «chiamate a dare di più alle imprese, chiedendo meno. E riflettendo anche sui confini dei vari settori: un agriturismo che cos’è - è stato l’esempio -, un’azienda agricola, commerciale, artigianale?». Infine «badate bene che questi ragionamenti non sono nè di destra nè di sinistra - ha concluso Feltrin, scatenando l’applauso del pubblico -, ed è ora di finirla di guardare tutto sotto l’ottica politica, ma vanno fatte le riforme che servono».
 
Il vicepresidente della Regione Fvg, Sergio Bolzonello, è intervenuto dopo Feltrin cogliendo spunti e provocazioni che il politologo aveva lanciato. Ha quindi comunicato agli artigiani in sala, che la Regione ha deciso «di destinare l'intero ammontare dell'extra gettito (entrate fiscali derivate dal versamento di un'unica azienda del Friuli Venezia Giulia) di 180 milioni di euro al mondo dell'economia. Questa, è la vera risposta che l'amministrazione può dare in un momento non facile quale è l'attuale. Nel quale però, secondo le proiezioni degli esperti, la nostra realtà, che è stata l'ultima a risentire della crisi, e di conseguenza sarà l'ultima a uscirne, già manifesta segnali di ripresa» «La Regione, farà la sua parte – ha promesso Bolzonello -. Infatti, dei 180 milioni di euro di extra gettito, 85 milioni sono già stati destinati ai Fondi di rotazione, per favorire il credito alle imprese. Nel contempo, sono state individuate soluzioni per favorire lo sblocco dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. Mentre, sono allo studio misure per favorire la tenuta delle aziende alla congiuntura sfavorevole». «Ma per quanto possiamo fare come Regione – ha aggiunto Bolzonello -, non basterà se non sarà il sistema Paese a recuperare competitività. Le riforme indicate da Feltrin impongono di riprendere in mano l’intero sistema sapendo che saranno forti le contrarietà. Bisogna avere il coraggio di fare le riforme necessarie, sapendo che non incontreranno consenso». Sulla strategicità della Sequals-Gemona, Bolzonello conviene, ma non si tratta «della prosecuzione di un’opera, è un’opera nuova – chiarisce - , perchè oggi è una semplice strada, dovrebbe diventare un’autostrada. Noi come Regione non abbiamo le risorse necessarie per realizzarla e ricorrere ai privati imporrebbe far pagare ai cittadini pedaggi molto elevati. Se il Paese ritiene che questa strada sia davvero necessaria, allora deve anche farsi carico degli oneri della sua realizzazione. Noi – è la promessa - non continueremo con il “fasìn di bessoi”». Infine «la competitività - ha concluso - passa dal taglio delle tasse e del costo del lavoro. Il resto sono chiacchiere»

A chiudere i lavori della Giornata, Giorgio Merletti, presidente nazionale di Confartigianato. Durissime le considerazioni del leader degli imprenditori nei confronti del Sistri, rimarcato l’annoso problema dei ritardi di pagamento della Pa, ma grande disponibilità ad affrontare la sfida del cambiamento imposta anche alle associazioni di rappresentanza delle imprese. «Dobbiamo cambiare – ha chiarito – ma senza perdere di vista i valori di riferimento della nostra confederazione» e senza neanche «dimenticare il passato, che è un patrimonio prezioso se viene utilizzato per costruire il futuro, Confartigianato – ha spiegato Merletti – ha avviato questo percorso di confronto con le associazioni territoriali che ci consenta di individuare le migliori pratiche, le esperienze di successo, per poi spingere all’invenzione di risposte adeguate a soddisfare le aspettative degli imprenditori». La crisi non è ancora finita, ma se le imprese hanno resistito «è anche merito delle nostre associazioni, così come è merito nostro se il modello italiano della piccola imprese è tornato d’attualità come un valore positivo». Una piccola impresa moderna che sappia anche fare rete per poter accettare la sfida del mercato globale.

In chiusura della Giornata è stata la volta della consegna del Premio Lucchetta, quest’anno assegnato all’Artigianato Clautano di Rosanna Talamini, e a Giuseppe Citron, pasticcere, titolare insieme alla moglie dell’omonima azienda artigiana. Quindi la consegna dei riconoscimenti alle imprese che hanno compiuto 40 anni di attività, e alcune benemerenze.






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