Per Pordenone l’Università rimane un imperativo» Lo ha detto il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, nel corso del convegno di Oggi Pn, i Giovani imprenditori di tutte le categorie economiche.
«Ridisegnare il territorio, ma anche l’economia, ricordando che il manifatturiero è e rimane strategico ma sapendo anche che dobbiamo far crescere anche altri settori economici, come il turismo e l’agroalimentare. E il cambiamento che dobbiamo progettare non può prescindere dalla presenza dell’Università a Pordenone». Lo ha detto il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, al convegno organizzato da Oggi Pn, l’associazione che riunisce i Giovani imprenditori di Confartigianato, Unindustria, Coldiretti, Confcommercio, sul tema “Ridisegniamo le città, le imprese, il territorio”.
«Quest’area – ha spiegato Bolzonello – insieme a tutto il Nordest, ha vissuto a lungo su livelli decisamente superiori alla media Ue. Credo che un trend come quello che ha caratterizzato gli ultimi decenni non era pensabile potesse reggere ancora a lungo. Quella che stiamo vivendo è una crisi epocale che in qualche modo ricalca ciò che è già avvenuto, ciclicamente, nel pordenonese, con i grandi cambiamenti del 1870, 1920, 1950 e oggi.
Ed è quindi un momento di grande sfida». La più evidente delle quali è la vicenda Electrolux «che richiede un impegno assoluto per mantenere il manifatturiero a Pordenone». Ma se è vero che questo comparto è centrale, «realisticamente dobbiamo capire che il manifatturiero non garantirà la stessa occupazione di ieri. E quindi è necessario trovare una compensazione». Dove? La risposta di Bolzonello è «agroalimentare e turismo», laddove il turismo evidentemente non potrà essere quello di Venezia o di Trieste, ma dovrà trovare una propria dimensione e proprie peculiarità. E l’abbinamento con la cultura, ad esempio, ha già dimostrato di essere vincente. Il vicepresidente ha indicato poi il piano regolatore della città di Pordenone come «uno dei possibili canali di sviluppo se saprà mettere in modo idee in grado di diventare fatti», e questo potrebbe essere «il primo momento del cambiamento.
Il secondo è legato all’Università. Ci hanno detto che non c’è spazio per l’Università a Pordenone. Io credo invece che sia essenziale avere qui un dipartimento. L’Università vale tanto quanto le fabbriche, e vale moltissimo in termini di crescita di un territorio, di formazione di nuove generazioni. Significa far crescere qui idee, progettualità, conoscenza. Senza i giovani universitari, siamo morti».
Urgente un cambiamento di mentalità, che inizi a ragionale per filiere più che per settori o singole imprese, e la Regione si impegna a fare la propria parte in questo percorso. Con una priorità: «puntare ad accedere ai fondi Ue del prossimo settennato».
Nuove regole anche per i fondi alle imprese: «ne daremo di più a chi è in grado di presentare progetti reali». Oggi «cerchiamo di sostenere quelle che hanno i fondamentali e, quindi, i numeri per andare avanti». Bolzonello ha chiuso un interessante convegno «che ha voluto essere un momento di confronto e anche di presentazione delle nostre proposte – ha spiegato Marco Scodellaro, presidente di Oggi Pn – rispetto a questa fase delicata e complessa che stiamo vivendo e su cui siamo pronti al confronto». Spunti di riflessione sono arrivati dagli interventi di Giuseppe Marinelli, Isia Design, l’architetto Francesco Gostoli, l’assessore Claudio Cattaruzza e il sindaco Claudio Pedrotti, da Giovanna Santin presidente provinciale degli Albergatori, Barbara Bianconi della Dr.Reniero associati, Vanessa Orlando della Coldiretti, Lia Corezzola della Lean Products.
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