«Se la crisi è come la febbre, arriva, poi sale, poi magari impone di prendere l'aspirina, e alla fine scende e scompare, allora ciò che stiamo vivendo da 5 anni a questa parte non è una crisi. Troviamo gli strumenti per affrontare ciò che sta accadendo iniziando a modificare le parole. Non crisi, ma cambiamento. E non è un caso se non utilizziamo questo termine, perchè fa paura».
Paolo Crepet, psichiatra, autore di numerosi libri e pubblicazioni che negli ultimi anni si è dedicato con passione a giovani e famiglie, è stato l'ospite - applaudito - di Confartigianato Pordenone che ha organizzato a Palazzo Mantica un incontro proprio focalizzato sui giovani. "I temerari di oggi costruiranno le imprese di domani. Il coraggio di investire in se stessi" il titolo dell'evento «che abbiamo voluto promuovere proprio con l'intento di discutere di giovani e impresa perchè sono loro coloro che sapranno portarci fuori dalle secche se avranno la capacità e il coraggio - ha spiegato Silvano Pascolo - di credere e investire in se stessi».
Cosa non facile se non avranno modelli di riferimento, secondo Crepet. «Quando sento dire che consegniamo ai giovani un mondo peggiore di quello che abbiamo ricevuto a me pare sia una dichiarazione di stupidità, è una chiusura pessimistica contagiosa. Il nostro dovere - ha indicato - è "preservare il sogno"» ha detto citando Modigliani.
Crepet ha concluso dicendo che «ai giovani temerari dedichiamo la grande svolta e la rinascita del Paese. Diamo loro la capacità di sperimentare e di investire in nuove idee e in innovazione. Dobbiamo crederci, essere dei temerari, non necessariamente degli eroi. La tecnologia ci consente di guadagnare tempo per noi. Possiamo lavorare ed anche essere liberi, liberi di abbassare la corsa ai beni materiali, di farci una passeggiata ed essere felici».
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