Si è conclusa da pochi giorni la Summer school di Confartigianato, divenuta tradizionale appuntamento della ripresa autunnale, nel corso della quale sono stati toccati gli aspetti più scottanti delle riforme sulle quali si gioca il futuro delle imprese.
All'evento Pierpaolo Baretta, sottosegretario all'Economia e alle Finanze, ha confermato l'impegno del governo a ridurre il carico fiscale sulle imprese. «L'auspicio è che gli impegni si trasformino rapidamente in fatti concreti» è la considerazione del presidente di Confartigianato Pordenone, Silvano Pascolo, di ritorno dalla Summer school. «Attendiamo – prosegue Pascolo – che le riforme prendano il via e servano finalmente e davvero per corrispondere al mondo che cambia e per costruire una società che sia veramente di sviluppo e non continui ad essere di conservazione».
Tra i temi affrontati, la Legge di stabilità. I margini di manovra sono, come sempre, risicati, stretti tra i vincoli europei e le ipotesi di risparmio derivanti dalla spending review. In attesa di avere le idee più chiare sulle coperture finanziarie, secondo Pierpaolo Baretta, sottosegretario al Ministero dell’Economia e Finanze, c’è comunque spazio per alleggerire il carico fiscale sulle imprese «e per interventi – ha detto – a sostegno del lavoro e delle assunzioni. Stiamo studiando misure di decontribuzione che seguano il jobs act per continuare sulla strada della riduzione delle tasse sulle imprese».Ipotesi confermate da Giorgio Santini, senatore del Partito democratico, il quale ha aggiunto: «Continuerà da parte del Governo, e il Parlamento rafforzerà questa tendenza, la riduzione della tassazione sulle imprese, sotto diverse forme, ad esempio con la diminuzione dell’Ires, l’imposta sul reddito, e interventi sulla tassazione degli immobili, sugli impianti ‘imbullonati’ e sulla stessa Imu sui capannoni. Inoltre, continueremo a ridurre la tassazione del lavoro a carico delle imprese». «Mi auguro – è la considerazione di Pascolo – che le anticipazioni si concretizzino, perchè a nostro avviso sarebbe devastante e deleterio per quell'accenno di ripresa che pare delinearsi all'orizzonte, se l'esecutivo non raggiungesse gli obiettivi che si è prefisso e scattasse, il prossimo anno, l'aumento dell'Iva».
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