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CONTRATTI, PROSEGUIRE NELLA RIFORMA INIZIATA DALL'ARTIGIANATO

Il tema della contrattazione sta tenendo banco in questi giorni «ma molti dimenticano – sottolinea il presidente di Confartigianato Pordenone, Silvano Pascolo – che nel 2004 l’artigianato ha realizzato per primo la riforma del proprio modello contrattuale, basandolo sul decentramento su base territoriale».

«Si tratta ora – aggiunge Pascolo – di proseguire in questo percorso con l’obiettivo di migliorare i fattori di competitività e produttività delle imprese. Occorre quindi completare il percorso di riduzione del numero del contratti collettivi nazionali di lavoro dell'artigianato, affidando al contratto collettivo nazionale il solo ruolo di garanzia minima salariale e normativa. La contrattazione di secondo livello, che per l'artigianato si articola su base territoriale, deve quindi valorizzare le specificità dei singoli settori e territori per determinare in piena libertà temi quali, ad esempio, le flessibilità, l'orario di lavoro, le mansioni, il salario di produttività.

Analogamente vanno sviluppate forme nuove e realmente utili di tutele quali quelle che il welfare contrattuale e la bilateralità possono assicurare – conclude Pascolo – per costruire un welfare ‘a misura’ della nuova realtà sociale, economica ed occupazionale e delle esigenze dell’artigianato e delle piccole imprese».






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