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ARTIGENIALI DIGITALI: E'NATA LA NUOVA GENERAZIONE DELL'ARTIGIANATO IL FOCUS NEL CORSO DELLA GIORNATA SVOLTASI AL CASTELLO DI VALVASONE

ARTIGENIALI DIGITALI:E'NATA LA NUOVA GENERAZIONE D

«Quest'anno per la Giornata abbiamo scelto di recuperare un termine caro alla nostra associazione: artigeniale, e l'abbiamo declinato insieme ad un altro termine oggi molto usato: digitale. Non è stato per caso. Abbiamo voluto indicare quelle che sono, a nostro avviso, le qualità vincenti del nostro settore. La genialità dell'arte, che è patrimonio dell'artigianato, e le promesse del digitale in termini di efficienza, riduzione dei costi, nuove applicazioni, opportunità di coniugare il “ben fatto” tipico dell'artigianato con la modernità. E' una strada che molte delle nostre imprese hanno già imboccato, sia nell'artigianato manifatturiero, sia in quello dei servizi».

Così il presidente di Confartigianato Pordenone, Silvano Pascolo, ha introdotto la Giornata dell'artigianato 2016, svoltasi al Castello di Valvasone, cornice ideale per festeggiare i 70 anni dell'associazione.

Ospiti particolari il politologo Paolo Feltrin e il vicepresidente della Regione Fvg Sergio Bolzonello.

Nella sua relazione Pascolo ha parlato dalla quarta rivoluzione industriale. «Che, nel nostro caso, non è mai produzione di massa ma di nicchia, che non è mai offerta generalizzata ma personalizzata.

La sfida è ora cogliere le opportunità contenute in Industria 4.0, il piano varato dal Governo, e investire.

Il piano si focalizza su alcuni temi come innovazione, ricerca, competenze e tecnologie digitali, ma anche tradizioni e specificità territoriali made in Italy. E valorizzazione dell’artigianato e delle piccole imprese». Le risorse a disposizione sono importanti, pari a 23 miliardi in 4 anni di cui 13 miliardi di incentivi fiscali e 10 di investimenti.

«Per una volta al centro di un progetto importante dell'esecutivo a favore delle imprese, ci sono le piccole e medie imprese, ritenendo vincente la loro flessibilità e la capacità di personalizzare i prodotti. E il piano interviene consentendo alle Pmi di incrementare il livello di innovazione e competenza perchè, come disse il minstro Calenda, nella flessibilità e nella personalizzazione delle piccole e medie imprese c’è la chiave di volta del piano Industria 4.0».

«La strada è quella giusta. Ora tocca a noi – ha proseguito Pascolo -. E le declinazioni per un artigianato digitale sono tantissime. In un futuro non troppo lontano, immagino i nostri manutentori inserire nelle varie tipologie di impianto sensori in grado di comunicare a distanza lo stato di efficienza delle caldaie ma anche l'usura degli interruttori, consentendoci di intervenire non “a naso”, perchè, ad esempio, la manutenzione di una caldaia si fa ogni anno perchè statisticamente va bene così. Ogni caldaia per il riscaldamento è diversa, l'utilizzo di ogni caldaia è diverso da famiglia a famiglia, da azienda ad azienda. Ecco dunque che a distanza sapremo quale impianto necessita di manutenzione, intervenendo in modo opportuno con una diversa attenzione e un costo equo. Già oggi per il settore dell'auto siamo vicinissimi all'obiettivo per quel che riguarda il motore e le rilevazioni dei computer di bordo, ma lo sarà anche per i pneumatici o le parti soggette ad usura che, a volte, non solo ci lasciano a piedi ma producono danni importanti. Ma pensiamo anche alla personalizzazione di alcuni elementi d'arredo, a mobili su misura per nicche presenti in un'abitazione che, prima di realizzare materialmente e magari con materiali pregiati, possiamo “sperimentare” grazie alla stampa 3D.

O ancora i gioielli, che possiamo disegnare e riprodurre sempre utilizzando la stampa in 3D prima di forgiarli in oro o argento. E gli esempi possono essere infiniti». Oltre a questo il presidente di Confartigianato Pordenone ha indicato le difficoltà che le imprese devono ancora affrontare, che vanno dal costo dell'energia, ancora il più elevato della media europea, alle tasse, eccessive, e al fisco, ancora troppo complicato.

«La ricetta è quella che ribadiamo da sempre: bisogna eliminare tutta la burocrazia che spesso ostacola la nostra attività e ridurre le tasse per mettere in circolo un po’ di quella economia che invece viene assorbita dallo Stato. Le nostre battaglie hanno fatto in parte breccia nella Legge di bilancio che contiene novità importanti per le piccole imprese. Una misura riguarda il regime di cassa, vale a dire che il reddito viene calcolato per cassa e non per competenza e le tasse si pagano dopo aver incassato le fatture. L’altro intervento riguarda l’introduzione di una tassa, l’Iri, che è uguale per imprenditori individuali, società di persone e società di capitale. Per la prima volta in Italia viene introdotta una tassa al 24% uguale per tutti, indipendentemente dalla forma societaria. In questo modo si supera una vecchia barriera che faceva pagare più tasse alle piccole imprese rispetto alle grandi società di capitale. L’introduzione di questa norma nell’ordinamento tributario italiano rappresenta un grande segno di civiltà e di attenzione verso le piccole imprese che costituiscono la forza del nostro Paese». «La legge di bilancio di quest’anno contiene anche l’eliminazione degli studi di settore e la loro trasformazione in coefficienti di fedeltà fiscale – ha proseguito Pascolo -. Il cambiamento consiste nel fatto che mentre con lo studio di settore si poteva accertare un reddito e fare attività di controllo, ora, ciò non è più possibile per chi ha un certo livello di fedeltà fiscale. In buona sostanza: ditemi come devo pagare, ma se ho pagato il giusto non continuate a chiedermi adempimenti e ad impormi controlli. Ma non basta. Bisogna insistere non soltanto sul fronte fiscale.

Bisogna proseguire su questa strada insieme ad una maggiore valorizzazione dell’apprendistato – ancora Pascolo -. Va bene il Jobs act, ma la forma davvero unica di contratto a causa mista apprendimento lavoro è l’apprendistato. Su questo ci aspettiamo una più convinta politica di valorizzazione. Non basta fare il titolo “La buona scuola”, se poi non si realizzano questi interventi concretamente». «Altra nota dolente è il credito – ha aggiunto -. Il più recente andamento dei prestiti alle imprese evidenzia che a settembre 2016 le società non finanziarie – escluse le famiglie produttrici – mostrano una flessione dello 0,2% mentre i prestiti al totale delle famiglie registrano un aumento dell’1,6%. Anche il volume dei nuovi prestiti alle imprese, dopo il ciclo positivo dello scorso anno, ritorna in territorio negativo e nei primi nove mesi del 2016 segna una flessione del 16,6%». «Paradossalmente – ha sottolineato Pascolo - le banche hanno utilizzato le risorse della Bce per sé, destinando una parte residua alle imprese. Al di là dei vincoli, io credo che gli istituti bancari potrebbero fare di più per sostenere il tessuto imprenditoriale del territorio». «Vale la pena ricordare come le micro, piccole e medie imprese continuano ad essere l’asse portante dell’economia del nostro Paese. Un elemento fortemente legato al territorio di appartenenza, su cui storicamente si fonda il nostro tessuto imprenditoriale.

Sono imprese ed imprenditori che negli ultimi anni hanno dovuto affrontare sfide formidabili, compiendo enormi sacrifici. Ma sempre animati da un legame forte con il loro lavoro ed il loro Paese. Piccole e piccolissime imprese che sono state capaci di continuare a svolgere il proprio ruolo anche in territori piccoli come il nostro, come dimostrano gli imprenditori che premieremo quest'oggi». E la consegna dei riconoscimenti alle aziende che hanno festeggiato i 40, 50 e gli oltre 50 anni di attività, insieme a quella del Premio Lucchetta, hanno concluso la Giornata. Che è stata occasione, grazie alla presenza del professor Feltrin, di avere una prima interpretazione del risultato del Referendum costituzionale, che ha visto l'affermazione del “no” e le conseguenze immediate. Come la caduta del Governo Renzi.

«Non possiamo permetterci crisi infinite» ha detto Pascolo, auspicando una soluzione celere.






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