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LEGGE DI BILANCIO, PER LE PICCOLE IMPRESE PIU' OMBRE CHE LUCI

«Concluso il laborioso iter della legge di stabilità 2018 si possono trarre le prime conclusioni.

La prima delle quali è la sconfortante considerazione è che per le piccole imprese non si sia fatto praticamente nulla». Amaro il commento di Silvano Pascolo, presidente di Confartigianato Pordenone, rispetto alla legge di Bilancio nazionale.

«Sul fronte della burocrazia e degli adempimenti le cose sono, non solo invariate, ma addirittura peggiorate – denuncia Pascolo -: dalle costanti variazioni apportate al calendario dello spesometro, all’introduzione obbligatoria della fattura elettronica con aggiunta di nuovi adempimenti comunicativi con cadenza mensile, per finire con il mancato accoglimento delle istanze volte alla semplificazione in materia di fruizione dei crediti fiscali senza dimenticare il pasticcio sulla detrazione dell’IVA e l’irrisolto nodo del riporto delle perdite per i contribuenti in regime semplificato con criterio di cassa.

L’elenco si allunga con il rinvio dell’imposta sul reddito d’impresa (IRI) e con il mancato accoglimento della richiesta di ampliamento della deducibilità dell’IMU sugli immobili strumentali». «Scarsa consolazione proviene dalla proroga delle agevolazioni in materia di ristrutturazione edilizia – ancora Pascolo -.

L’unica nota che poteva avere una reale valenza positiva correlata alla proroga del super e dell’iper ammortamento in chiave Industria 4.0, è purtroppo difficilmente fruibile per ragioni strutturali dalle piccole imprese.

Prendiamo atto che il legislatore ha deliberatamente inteso ignorare le questioni prioritarie per il mondo artigiano e per le piccole imprese che non chiedevano né favori né agevolazioni, ma buon senso ed equità e su questi presupposti si fondava l’azione di lobby coltivata dal sistema Confartigianato a tutti i livelli, provinciale, regionale e nazionale .

È chiaro che così va all’aria ogni proposito di collaborazione, avanzato peraltro dalle istituzioni medesime».

«È scontato – conclude Pascolo - che Confartigianato guarderà con molta attenzione, in vista del prossimo avvicendamento istituzionale, agli aspiranti rappresentanti della collettività con il filtro della sensibilità per i temi inutilmente già presentati ai loro predecessori».






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